Memorial Vincenza Magnolo

Vincenza ha rappresentato per i Salentini il ritorno alle radici, alle nostre tradizioni, quelle più vere e autentiche.
La sua vita e forse ancor di più la sua morte ci hanno fatto riflettere sull'importanza e sul dovere che abbiamo di riappropriarci della nostra cultura, fatta di antichi riti che i nostri nonni e le nostre nonne compivano per liberarsi dai dolori che la vita infliggeva loro, accettandoli per poter tornare a vivere, per riconciliarsi con la vita stessa.
Non a caso i rituali prevedevano l'uso della musica come terapia, il suono incessante e ossessivo del tamburello che è ritmo vitale, battito, simile al nostro battito cardiaco, un suono arcaico e primordiale comprensibile proprio per questo ad ogni essere umano.Ecco perchè la nostra musica è universale e riesce a coinvolgere emotivamente tutte le persone, anche quelle lontane dal Salento, a volte conducendo persino a stati di trance chi l'ascolta e chi la suona. Ecco perchè il tamburello è stato lo strumento preferito da Vincenza, l'ultima "tarantata".  Il messaggio che Vincenza ci ha lasciato è un messaggio di speranza, la speranza che le nuove generazioni ritornino a scoprire e custodire gelosamente i culti, i riti dei nostri nonni, riscoprendo la loro compagnia, parlando con loro, trascorrendo del tempo con loro, ascoltandoli e assorbendo da loro tutto ciò che è possibile carpire per un ritorno ad uno stile di vita autentico, vero, fatto di cose semplici come l'amore per il prossimo e per la vita. Un messaggio universale, il suo, che viene da una sorella, da una figlia di questa nostra terra, in un momento storico in cui tutto ciò che ci circonda sembra chiederci questo, non ultimi gli ulivi malati del nostro Salento.